Per i curiosi e per gli appassionati di spy- stories il volume "The infiltrators" rappresenta senza dubbio una novità editoriale interessante in quanto, non avviene frequentemente, rende nota al pubblico l'esperienza operativa di due agenti infiltrati.
Il libro fa riflettere sui numerosi pericoli a cui è costantemente esposto un agente infiltrato, che se da un lato mettono a dura prova le peculiari capacità professionali e operative, dall'altro tuttavia evidenziano e mettono in luce le qualità caratteriali e psicologiche che sono necessarie per svolgere tale attività.
Gli autori del libro, due agenti di polizia del "Gruppo Operazioni Anticrimine SO10 di Scotland Yard" (Divisione facente parte del Dipartimento Operazioni Speciali, addetta ad attività di massima segretezza), Philippe Etienne e Martin Maynard, raccontano coinvolgendo il lettore con dettagli e particolari avvincenti le loro più importanti operazioni di infiltrazione svolte nell'ambito della capitale londinese all'interno di gruppi e organizzazioni criminali influenti, in traffici di droga e di armi e in ambienti affiliati al riciclaggio di denaro e al racket.
Un ambiente dunque sempre rischioso e imprevedibile nel quale anche il più piccolo errore può costare la vita o far disperdere anni di duro lavoro, sempre a stretto contatto con potenti uomini della malavita organizzata e dove la propria credibilità e copertura costituisce il principio cardine della propria attività di intelligence come anche un possibile strumento di ritorsione qualora questa venga meno.
I due agenti di polizia, scelti in base alle loro capacità personali, prima di intraprendere l'attività operativa sono stati sottoposti ad un duro corso di addestramento operativo (conoscenza dell'attrezzatura tecnica da usare), ad una preparazione giuridica (conoscenza della legge e dei limiti entro cui svolgere la propria attività, imparare a svolgere il proprio compito senza essere accusati di aver agito come "agent provocateur"), nonché a costanti esami, valutazioni ed esercitazioni.
Nel saggio viene richiamata l'importanza dell'indottrinamento ricevuto soprattutto in relazione al comportamento da assumere in ogni ambito e situazione. I due agenti sono stati istruiti sul linguaggio da usare, sul modo di vestire, di parlare, di agire, di reagire, di controllare le proprie emozioni negative, sulla capacità di adattamento, di analisi e di decisione. Il loro addestramento si è anche soffermato sulle tecniche e sulle tattiche da utilizzare nel corso delle operazioni (ad esempio come negoziare con i trafficanti di cocaina, ecstasy, crack e cannabis, imparando a riconoscere, attraverso test, le diverse droghe e dare così un'immagine attendibile e conforme al ruolo ricoperto).
La loro carriera termina a seguito di una operazione antidroga condotta a Birmingham nel corso della quale i due agenti rimangono seriamente feriti e perdono anche il loro anonimato.
La loro esperienza, raccolta in questo volume, vuole essere uno strumento di conoscenza, in quanto rende vicina, visibile e concreta una realtà lontana e complessa, ed un "modus operandi" delicato e sofisticato che certamente richiede non solo preparazione professionale ma anche un grande coraggio al servizio della collettività.
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